Le scelte che hanno portato il Consigliere Alessandro Fiumani a lasciare il P.d.L. e il gruppo consigliare è grave e nasconde un malessere più ampio. Fiumani è la punta di un iceberg. Personalmente sono rimasto dispiaciuto e colpito da questa scelta, e sono sicuro che sotto non ci sia null'altro che un malessere palpabile all'interno di questo partito.
Un partito giovane, è nato il 27 Marzo al Congresso di Roma, ma vecchio nei modi, soprattutto a livello locale. Non che non ci sia democrazia e partecipazione; ma il problema è che in troppi hanno interpretato il progetto del P.d.L. come un trampolino di lancio, personale, nell' "olimpo della politica", non solo locale, ma addirittura a livelli più alti...
Fiumani è un esempio di politico che ha cercato di portare un contributo alla nostra comunità, e il 4° mandato di Consigliere Comunale, che ne fa uno dei più anziani del consesso consigliare, ne è una dimostrazione, e se avesse avuto velleità diverse , avrebbe già dovuto scalpitare; il problema è che ci sono altri personaggi nel partito che scalpitano solo e si preoccupano solo della loro posizione e collocazione, e tutto ciò da enormemente fastidio.
Io non recriminerei nulla a Bettini Alessandro, il suo incarico è arrivato a Maggio, anzi, al contrario il suo decisionismo ha confuso molti "vecchi" dirigenti, il problema è stato che si è poi rivelato un boomerang perché le "alte sfere" del partito hanno poi mosso le loro pedine romane...
Io sono con Fiumani, ma rimango dentro il P.d.L., magari contro tutto o contro tutti, ma il mio compito, che è anche quello di Fiumani, è quello di portare un contributo alla città di Pesaro. Se sono stato il più votato all'interno del P.d.L. ci sarà anche un perché e un percome, quindi i miei colleghi di partito, e i "vertici", dovranno comunque confrontarsi con una filosofia politica, che può essere fuori del tempo, ma è quella che piace a cittadini e io non li tradirò mai per un mio arrivismo personale, così come lo ha sempre fatto Fiumani. Un partito deve aggregare e condividere, non deve allontanare e contraddire.