Spregiudicatezza, arroganza, onnipotenza sono le parole chiave per descrivere la situazione che sta avvenendo al porto di Pesaro. Questi termini valgono tanto per chi lo è, tanto per chi gli permette di farlo e per di più con la compiacenza, vedi il comune di Pesaro. E’ ora di finirla. Già immagino il Sindaco di Pesaro, o chi per lui, al tavolo o al telefono, con lo “sponsor” dei fuochi della festa del Porto: sorrisi stampati, qualche occhiata complice, qualche risatina, un po’ di broncio per dare una parvenza di serietà alla cosa, che tanto seria non è, poi una stretta di mano, una pacca sulla spalla e via, anche questa volta l’abbiamo confezionata bene ai residenti del porto e al suo parroco. Sono tentato di presentare una mozione per chiedere, per protesta, che i fuochi d’artificio non vengano più fatti alla conclusione della festa del porto. Ma credo che non si risolvano così i problemi, vietando. Ed allora mi appello al pudore. Chi crede di lenire le sofferenze di chi subisce dal oltre un decennio la propria attività, pagando il “giocattolino”, forse non è abbastanza intelligente per capire che fa peggio, e chi lo chiede, il comune, dimostra la sua spregiudicatezza. E’ come se un servizio sanitario regionale chiedesse ad una ditta che produce sigarette, di sponsorizzare un macchinario per la radioterapia, è pura follia e ipocrisia; scusate l’esempio forte, ma è calzante, anche se non riferito direttamente al caso del porto. Credo che far finta di niente sia solo un alibi per dire è andata tutto bene, ma per dare risposte concrete occorre chiarezza, coerenza e lealtà, merce rara oggi sul “mercato”. Oggi mi appello anche al Sindaco e al Presidente Barbanti, da oltre 7 mesi aspettiamo che l’osservatorio del Porto inizi la sua attività, prima delle ferie estive ci riusciremo a convocare il primo incontro?
Ultimo aggiornamento : 06-07-2011 14:31
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