RICCI: PIU’ CHE PROVINCIA FELICE, OCCORREREBBE UNA PROVINCIA RESPONSABILE PDF Stampa E-mail
 

Scritto da Ale DiDo Admin, 26-11-2010 21:46

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Pubblicato in : Attività Politica, Politica

Provincia Felice o Provincia Responsabile? Se dovessi scegliere tra l’ipocrisia sulla felicità, o la concretezza della responsabilità, non ci sono dubbi, scelgo la seconda. Traducendo il “Ricci pensiero”, se fosse responsabile per davvero, non ci sarebbero caselli autostradali a Santa Veneranda, non ci sarebbe nessun caso Xanitalia, l’errore di non aver arretrato l’autostrada non dovrebbe verificarsi con l’attuale ferrovia, il porto sarebbe una “chicca” turistica e la ferrovia Fano-Urbino sarebbe utile alle decine di Km di piste ciclabili che si potrebbero realizzare nell’entroterra, le zone industriali, così come quelle urbane dovrebbero essere ricostruite sul costruito ed evitare cementificazioni selvagge. Così saremmo davvero felici.

Stante la situazione odierna avverrà l’esatto contrario, anzi peggio; la Provincia è intenzionata a redigere un nuovo Piano Territoriale Provinciale (PTC), e così facendo, il “mercato delle vacche“ tra i comuni è aperto, ed è per questo che il suo diventa un ragionamento ipocrita o ingannevole solo frutto di una cultura di propaganda. Quando Matteo Ricci espone il suo progetto per la sua Provincia “felice”, si dimentica dell’aspetto culturale che il dibattito deve suscitare, non solo per gli addetti ai lavori o ai componenti del suo partito, ma anche soprattutto fra i cittadini e altre forze politiche.

Non per avere un consenso incondizionato o le critiche di parte, ma per porre il cittadino nelle condizioni di sviluppare un “senso critico” rispetto alla situazione attuale e a quella che Matteo Ricci prospetta. Formare ed informare il cittadino su quelle che dovrebbero essere i nuovi parametri per misurare il “Benessere Interno Lordo”, (parametri concordati o imposti (?) con l’istat), potrebbe essere la chiave di volta per la quale certe scelte come la bioedilizia (che ha un costo maggiore rispetto l’edilizia comune), non solo non dovrebbero essere percepite come imposte, seppur qualcuno potrebbe dissentire, ma risulterebbero scelte consapevoli, motivate, culturalmente acquisite anche se non condivisibili da tutti.

Ad esempio non è stata fatta menzione sul livello di scolarizzazione o di cultura della popolazione. Da intendersi non solo come livello di conoscenze che una persona possiede, ma anche di come si possa fruire della storia dell’arte della musica della lingua degli usi e dei costumi e delle peculiarità di un territorio. Fra i nuovi parametri di benessere non si fa cenno all’idea di bello o di bellezza percepita dall’ambiente che ci circonda, non solo in riferimento a paesaggi ma di qualità della vita per le strade dei quartieri.

Non si fanno riferimenti ai problemi sociali e alla contingenza di nodi generazionali come l’adolescenza o la senilità. Forse senza stare dietro agli slogan di moda del momento è meglio che punti a far si che i cittadini siano portati ad essere persone responsabili ad iniziare dagli uomini preposti al controllo del suo operato.

Ultimo aggiornamento : 26-11-2010 21:46

   
Figo: lo DIGO!
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