NON SOTTOVALUTIAMO IL FENOMENO DEL DISAGIO GIOVANILE PDF Stampa E-mail
 

Scritto da Ale DiDo Admin, 11-03-2008 23:52

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Pubblicato in : Attività Politica, Varie

La società contemporanea è ammalata, i giovani reagiscono e rispondono così come è più istintivo ed immediato, occorre recuperare il ruolo educativo dei diversi livelli sociali. E' vero che la Famiglia dovrebbe essere il fulcro dell'educazione dei giovani, ma nessuno rinnega la crisi della Famiglia stessa, pertanto chi educa i nostri figli e i giovani? Tenuto conto che c'è una volontà politica di distruggere la Famiglia Tradizionale che conosciamo, lo scenario per il futuro è tutt'altro che roseo, ma non bisogna piegarsi.

L'Amministrazione Comunale ha anche le sue responsabilità. E' evidente che l'ente pubblico avrebbe dovuto investire di più con la rete delle Associazioni Giovanili ed Educative, con le Parrocchie e gli Oratori, anziché volersi sostituire o, alle volte contrapporre, con i centri di aggregazione o centri sociali giovanili. Per questo non dico che non avrebbe dovuto percorrere quella strada, ma aver trascurato altri percorsi è stato un vero "delitto". Tutti i fenomeni di "maleducazione" , soprattutto dei giovani, devono essere capiti, ma soprattutto condannati e combattuti; concretamente e fermamente.

Quando risalgono alla cronaca fatti di bullismo, vandalismo, soprusi a coetanei ed insegnanti, nonché sevizie ad animali o a persone, per finire poi all'uso e spaccio di droghe ed alcool, non possiamo che dire basta! Premesso che l'azione preventiva ed educativa è la strada prioritaria che non bisogna abbandonare, laddove si dovessero verificare atti di vandalismo organizzati da bande di "ragazzini", il primo obiettivo da perseguire è quello di evitare l'opportunità dell'aggregazione di queste "piccole canaglie", quindi se si tratta di locali, i gestori dovranno provvedere a disperderli , oppure qualcuno dovrà intervenire per far chiudere quel locale ed evitare così un elemento di ritrovo per le loro scorribande. Se si tratta di luoghi all'aperto, l'unico deterrente è il controllo e la frequentazione dei luoghi da parte di adulti  responsabili. Poi occorre rintracciarli, nominalmente, e segnalare ai genitori il fatto che i loro figli fanno parte di una "banda" e responsabilizzarli. Creare un data base con le targhe di automobili e motorini e nel momento in cui ci fossero  delle segnalazioni, dopo due, far scattare dei provvedimenti disciplinari.

Costringere i "ribelli" a rimanere in attività scolastiche pomeridiane e "convertirli" al volontariato con azioni a beneficio della collettività. Pensare ai "PATTI DI FAMIGLIA", una sorta di autocontrollo tra le  famiglie dei giovani che si frequentano al fine di regolarne usi, costumi e abitudini senza creare giovani di serie A o serie B,i quali, fino all'età dei ragazzi di 12 - 14 anni , possono essere un valido aiuto sia alle famiglie stesse, sia ai ragazzi che non vorrebbero far parte del "branco", il quale, per motivi di "sopravvivenza", diventa l'unico punto di riferimento. Pensare a "PATTI DI CLASSE", promosso dagli alunni stessi per prevenire, e ovviare, ai fenomeni che sono venuti alla ribalta in questi ultimi anni, anche in questo caso per autocontrollarsi e autoregolarsi, ovvero la disciplina e la responsabilità.

Valorizzare le esperienze positive che sul territorio sono tante e diversificate, puntare sulla educazione, sui valori, i principi fondamentali della vita e del vivere, i doveri di ogni cittadino, sulla educazione sessuale, e su tutte quelle leve che intervengono sulla formazione del buon cittadino. Per educazione non possiamo intendere solo quella stradale, partiamo dalla educazione alla vita, del suo contesto, della sua sacralità, educare al rispetto del prossimo, educare all'osservanza delle Leggi, delle regole del gioco, educarsi a conoscere se stessi, i propri limiti e avere rispetto degli adulti, educarsi alla capacità di ascolto sui consigli e suggerimenti di chi ha più esperienza, educare ad autoeducarsi.

Questa sarebbe la vera sfida da proporre oggi, soprattutto dalle Istituzioni Educative e Politiche. Certo è che non si può pretendere dai giovani ciò che noi adulti poi non sappiamo testimoniare o comunicare adeguatamente. Qualcuno sostiene che la stagione del proibizionismo non abbia portato i risultati che si speravano, d'altro canto neppure la stagione del liberismo ha sortito un effetto positivo laddove sia stato applicato, in entrambi i casi per un semplice fatto, la maturità socio-culturale non è pronta.

Ultimo aggiornamento : 31-08-2010 11:40

   
Figo: lo DIGO!
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